mercoledì 16 aprile 2008

Storia, più o meno, di Faust


Pensavo di iniziare questo blog in un altro modo, ma ho già cambiato idea strada facendo: cominciamo bene.
In realtà non credevo che avrei mai parlato di teatro, ma ieri sera sono stato a vedere "Faust" al Teatro Arsenale di Milano ed è stata un'esperienza davvero interessante.
Il teatro è, da fuori, una minuscola facciata di chiesa, schiacciata tra i palazzi, le auto e le rotaie del tram di via Correnti: da quello che una volta era il rosone viene una luce brillante, stile visione mistica o discoteca.
Informazioni utili per chi ci va la prima volta: non esiste guardaroba (quanto ho amato la mia borsa della palestra pesante e umidiccia), i posti non sono numerati, chi prima arriva prende i posti più comodi, chi tardi arriva prende quelli senza schienale (indovinate un po'...), non c'è bar, non so se c'è bagno.
Il teatro, nel complesso, ha un suo innegabile fascino. E' molto alto, ha la struttura di una chiesa, per cui il luogo dell'organo può divenire luogo di scena o cabina di regia, e non esiste un palco, per cui i confini tra attori e pubblico sono indefiniti, un po' come nel teatro elisabettiano, credo.
Del testo originale scritto da Marlowe ("La tragica storia del Dottor Faust") non sapevo quasi nulla e di Faust sapevo solo quello che poteva essere utile al Trivial: ha venduto la sua anima al diavolo, ne ha parlato anche Goethe.
Ecco, devo dire che dopo lo spettacolo non ne so molto di più. Più che concentrarsi sulla trama, la compagnia ha cercato un mix di testo storico e riferimento moderni (momenti da cabaret milanese, canzoni pop italiane), privilegiando l'atmosfera, le suggestioni, il senso complessivo della storia. Stamattina, leggendo su Wikipedia, ho scoperto che la storia originale è un po' diversa, che alcune scene chiave sono differenti (quella del cerchio magico) e che mancano moltissimi personaggi. Poco male. Gli attori, secondo me davvero bravi ed efficaci, mi hanno lasciato queste suggestioni: Mefistofele con un ombrello bianco coperto di piume, una timidissima Angelica, gli occhi sulla mani di Faust, il dialetto milanese - che io credevo fosse veneto - degli studenti, il chitarrista, le scene da tableau vivant.
All'interno di questo teatro che era una chiesa dell'Inquisizione, ho allegramente sospeso la mia incredulità davanti agli effetti non speciali, a piccoli trucchi di luci, di scena, di musica, di corpo che riportano a una magia più semplice ma non per questo meno coinvolgente.

Ultime due note.
Se apprezzate le chiese che diventano altro, ad Amsterdam esiste una chiesa diventata discoteca, si chiama Paradiso e io ci ho visto un concerto punk.
Se apprezzate la modernizzazione di Marlowe, vi consiglio di vedere EdoardoII di Jarman: anche qui c'è musica di oggi, ma questa volta di Annie Lennox.

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